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determina le qualitá necessarie per comandare e le operazioni che debbono farsi nella sua intelligenza da chi ha questa missione, e corrisponde del tutto all’idea che abbiamo esposta sulla natura e sulla proprietá dello studio, ed è applicabile non solo all’arte della guerra, ma anche a quelle funzioni tutte alle quali un uomo può essere destinato. Lo stesso grand’ uomo indica egualmente qual sia l’ausilio che debbono cercare dall’istruzione i militari elevati in grado, per meglio trar partito e per isviluppare compiutamente le enumerate qualitá d’intelligenza e di forza d’animo. Ecco com’egli si esprime: — « Leggete e rileggete le campagne d’Alessandro, d’Annibale, di Cesare, di Gustavo, di Turenna, di Eugenio, di Federico; modellatevi sopra di essi: ecco il solo mezzo di divenir gran capitano e di sorprendere i gran segreti dell’arte della guerra. Il vostro ingegno rischiarato da questo studio vi fará rifiutare le massime opposte a quelle di cotesti grandi uomini » .

Da ciò che dicono Federico e Napoleone risulta chiaramente che vi è una scienza per la quale si scovrono le cagioni de’ buoni successi e de’ rovesci, e che insegna come si ottengano i primi e si evitino i secondi alla guerra; ma che bisogna per possederla avere una chiara intelligenza ed una volontá forte, occuparsi a classificare le idee a forza di meditazione e profittare delle tradizioni dei grandi uomini per dar l’ultima mano a questo studio, imperocché il piú ricco capitale di militare esperienza non è mai sufficiente a presentare tutta la serie delle combinazioni che la guerra offre, laonde è necessario riceverla nell’istoria militare di tutti i tempi, e particolarmente de’ periodi in cui la scienza avea progredito e veniva posta in pratica da’ gran capitani. Malgrado di autoritá cosi imponenti non si cesserá mai di dire da molti che la teoria non è pratica e che la pratica sta tutta in un’arte di applicazione. A costoro non si può meglio rispondere che colle parole di un profondo filosofo ed oratore, il quale in una solenne occasione diceva: — « Disprezzare la teoria è mostrar l’orgogliosissima pretensione d’agire senza saper ciò che si fa e di parlare ignorando ciò che si dice ». — Se ciò è assurdo in tutte le operazioni umane, diviene poi atroce