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esercito infino agli ordini del giorno dei moderni — tra i quali son primi quelli di Bonaparte, considerati nel loro merito letterario e soprattutto nei loro effetti sulle truppe, — vediamo l’eloquenza, egualmente che la musica e la poesia, tendere ad uno stesso scopo, all’eccitamento cioè delle passioni della guerra, e vediamo l’azione de’ mezzi da essa adoperati disegnarsi e graduarsi in ragione dell’esercito al quale s’indirizza, riguardandolo come simbolo del secolo e del popolo da cui sorge (i). Le orazioni funebri per celebrare le geste de’ guerrieri e render loro gli ultimi offici sono anche un uso dell’eloquenza, che tende a risvegliare vieppiú ne’ vivi il desiderio di emulare i sacrifizi utili alla patria che operarono i trapassati, e ad inspirar loro la riconoscenza ed il rispetto per quei che il gran sacrificio di giá consumarono a prò del comune. Quella pronunziata da Pericle e riportata da Tucidide nella Guerra del Peloponneso, le parole eloquenti di Demostene che giustificava la guerra benché infelice contro Filippo e giurava per le ceneri degli estinti in quella lotta, rivestono tutte l’istesso carattere e si prefiggono lo stesso scopo.

Quando portiamo il nostro sguardo sulle storiche composizioni non ci è difficile di scorgere che i loro autori mirano ad attingere lo stesso scopo dai poeti raggiunto nelle prime epoche della vita de’ popoli, cioè a delineare il quadro delle azioni e degli uomini illustri che avevano contribuito allo stabilimento, alla conservazione o all’ingrandimento dello Stato. La sola differenza è nel metodo, mentre i racconti in prosa, rivestiti di tutti i caratteri dell’ istoria, dimostrano popoli di giá inoltrati nella

(i) In appoggio del nostro assunto ricordiamo ai nostri lettori che negli ordini del giorno che precedettero le battaglie di Austerlitz e di Jena il supremo conduttore non si limitò ad eccitare i sentimenti del suo esercito, ma discese a provare che strategicamente e tatticamente il nemico era in una falsa posizione, per cui se si combatteva con energia, la vittoria era sicura e vasta nei suoi risultamenti. Questo esempio di un generale che confida i gran segreti della guerra ai propri soldati, mentre che prima o altrove si tenevan celati anche agli uffiziali generali di secondo ordine, è una luminosa dimostrazione dell’ intelligenza sparsa in un popolo simboleggiato dal suo esercito ed è una pruova novella delle modificazioni che l’eloquenza subisce secondo che vuol muovere o persuadere.