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per fine di risolvere alcune quistioni della scienza che importanti ci sembrano e che sono le seguenti:

1. La guerra è una scienza?

2. Si può col solo entusiasmo popolare combattere eoa successo eserciti regolari?

3. Vi sono dei limiti nella scienza della guerra, nella sua applicazione, che derivano dallo spazio, dal tempo e dagli accidenti locali? Questi ostacoli possono dal genio essere sormontati? I metodi possono contribuirvi? I grandi capitani fanno scuola? Fino a che punto la loro azione è circoscritta? Le guerre fatte ad un popolo barbaro sono sufficienti a stabilir la riputazione di un gran capitano?

4. Che azione esercita la militare amministrazione sulle operazioni belliche? Il comando ed il governo di un esercito richieggono identiche o diverse qualitá? Dallo stato dell’amministrazione di un esercito può dedursi lo stato di civiltá di un popolo e fino a che punto?

Gli articoli sulle Lezioni di strategia del capitano Sponsilli si giustamente apprezzate dai conoscitori, e l’analisi del Saggia di fortificazioni del tenente colonnello Uberto, opera pregevole, ci posero al caso di determinare che la guerra era una scienza non esatta ma approssimativa, che rivestiva piú il carattere delle scienze morali che dell’esatte e naturali, perché né la geometria né le sostanze erano esseri liberi ed atti ad operare d’appresso la loro istantanea determinazione, e che facendosi la guerra con gli uomini e per gli uomini, per quanto artificialmente si circoscrivesse la volontá de’ piú, questa sovente si mostrava e sempre [nell’alta gerarchia era piena ed intera, e che in conseguenza era speranza vana sottometterla alle regole delle scienze esatte; che se ciò si era potuto fare non completamente ma in un modo piú largo per la guerra d’assedio, era giusto, perché ivi gli elementi materiali accennati avevano una maggiore importanza, e se le previsioni scientifiche di quelle operazioni non si realizzavano pienamente, era sempre l’effetto della influenza delle milizie, cioè degli uomini, che impedivano l’esito calcolato; e questo esempio dimostrava l’impossibilitá