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greci, nel mentre che faceva di mestieri sviluppare la tattica moderna avendo riguardo alla natura delle armi da fuoco, su di che l’antichitá non poteva offrire nessun metodo da imitarsi con profitto, se non fosse la larga applicazione della legione agli eserciti moderni, modificata dalle nuove armi in uso. Il buon esito della battaglia di Spira in cui le colonne non si spiegarono e vinsero, preoccupò Folard; ma ciò che vi era di vero nel suo sistema doveva attendere l’epoca nostra per essere fissato con buon successo, come vedremo nel proseguimento di questo lavoro. Folard ebbe il merito di suscitare una gran quistione nell’arte, di richiamare l’attenzione de’ militari scienziati sull’importanza della tattica e di eccitare il gusto dell’erudizione militare collo studio delle guerre dell’antichitá, di cui però abusò senza risolvere la quistione che avea suscitata. Vauban risolvette in pratica ed espose in teorica, come giá accennammo, il problema di rendere l’attacco superiore alla difesa, e rendette la guerra d’assedio una scienza quasi esatta, risparmiando col calcolo e col lavoro il sangue umano. Stabili eziandio il rapporto tra le fortificazioni, lo Stato e le forze mobili, e posò il sistema generale di difesa su basi solide, scientifiche e preparate di lunga mano colle strade, coi canali e con tutti gli elementi di civiltá necessari ad uno Stato incivilito; elementi di cui la guerra siegue ed esprime le condizioni tutte. Tentò in séguito di contraccavare per cosi dire l’opera sua, cercando di dar forza alla difesa, ed è molto importante la sua opera su questo riguardo posto a luce in questi anni dal general Valèze: il problema però, come notammo di sopra, non fu risoluto. Questo grand’ uomo è restato in fortificazione ciò che Smith è in economia politica. Ambidue ampliati, modificati, ma sempre capiscuola, non essendo stati mai combattuti i principi piú generali da essi fermati.
Da questo quadro rapido dei militari scrittori adottati dal Tago alla Meva e dal Texel al Faro vien dimostrata l’unitá scientifica dell’arte, la quale suppone quella dello scibile e dello stato sociale, che ora dimostreremo.
Non può cader dubbio alcuno sul progresso delle scienze esatte in quest’epoca. Se gittiamo uno sguardo sui coltivatori