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a Fleurus contro il Valdeck; o ad una sorpresa, quale fu quella fatta dal principe di Orante senza successo a Steinkerque contro Luxembourg; o a difendere accidenti di terreno fidando sulla forza di un’artiglieria accresciuta ma poco mobile e di una fanteria che dopo spiegatasi era incapace di mutar ordine, come nelle battaglie di Nervinde, di Ramillies, di Malplaquet, di Almanza, di Bleinheim e di Fridlingen; o a chiudersi in linee fortificate, come in quella di Torino nel 1706; o a mettersi dietro a ridotti distaccati che lasciano possibile l’offensiva, come quella di Pultawa nel 1709 tra Pietro e Carlo decimosecondo. L’offensiva ancora mancava di energia: non rapidi movimenti operati sul campo di battaglia, non alcun artifizio di tattica per modificare l’ordine primitivo (^). Ecco perché erano cosi sterili di conseguenze le sanguinose battaglie di Ramillies, di Malplaquet, che avevano combattenti superiori di numero a quelle di Rivoli e di Marengo ed eguali alle altre di Austerlitz e Fridland, fertili in risultamenti guerrieri ed in effetti politici. In questo secondo periodo il piú importante spettacolo di tattica si osserva nella guerra tra Pietro primo e Carlo decimosecondo: in essa si perfezionava l’esercito svedese, ed il russo facea presagire quei progressi che ora gli danno tanta parte nei destini dell’Europa e dell’Asia.

La strategia si vantaggiava in questa epoca. Il general Jomini ha detto nel suo Quadro analitico essere la strategia la scienza di far la guerra sulla carta, poiché il primo piano d’operazione di una guerra intrapresa si traccia appunto nel gabinetto, modificandosi poi neir applicarlo dal generale che deve eseguirlo, anche sulla carta e nella sua tenda; vai quanto dire che si sottomettono tutte le forze materiali alle investigazioni ed ai calcoli scientifici dell’intelligenza umana. Adunque i progressi della strategia son pruova in questa epoca di una civiltá progrediente. Or non vi ha dubbio che le guerre di Luigi decimoquarto non

(i) Diremo in appresso come il perfezionamento della tattica era impedito dalla poca mobilitá dell’artiglieria che a questa epoca, una volta stabilita in posizione, non era piú suscettiva di movimenti.