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cia che si chiama società. Conny ha vissuto finora in mezzo ai libri e ai vecchi, ma sa istintivamente quante leggerezze, quante slealtà e quante colpe si trovano nella giovane società: e saprà capire, studiare e rimaner sempre in alto, sopra a tutti, la donnina forte! Questo mi ero detto, cara figliola; e questo voleva dire: non c’è bisogno di metterla in guardia: non sa ancora che cosa sia l’amore, ma ella saprà distinguere il falso dal vero, il complimento dalla dichiarazione, la parola dal sentimento, la leggerezza dalla serietà.»
Tacque. Io tenevo il viso nascosto contro il suo petto piangevo in silenzio. A un tratto rizzai la testa, mi guardai in giro, dissi: «Filippo, non ne parliamo più, la prego!» e gli stesi la mano: egli me la baciò e uscì.
— «Babbo, staremo sempre insieme! mi condurrai a Roma con te, non è vero?»
— «Sì: cara figliola:» e mi asciugò gli occhi, poi me li baciò con tenerezza.
L’indomani mi svegliai pallida ma calma. C’era nel mio sguardo una luce nuova, profonda, cupa, e un lampo pieno d’alterezza e qualche volta di sarcasmo che credo mi durerà tutta la vita.
FINE.