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Io m’aggrappai convulsivamente al suo collo.

— «Non è stato a tempo Filippo» — disse il babbo con una voce soffocata dall’emozione «l’altro giorno ha rifiutato Rinaldi.»

— «Rinaldi!» esclamò Filippo con sorpresa, e le sue braccia mi strinsero, quasi con un tremito «Era il mio sogno» mormorò.

— «L’unico uomo che ti meritava.»

— «Emanuele,» disse poi con una voce ferma e forte, «ti giuro che io ho fatto di tutto per evitare alla tua figliola questo dolore: ma non ho potuto! Nessuna donna sa resistere al fascino del suo sguardo: è lui stesso che lo ha detto una sera: l’ho sentito io, e so che ha fatto l’esperienza su parecchie signore della nostra società. Questa volta, è vero, aveva tutta la intenzione di finire al municipio: il mese scorso ha perduto al gioco non so quanto, e aveva bisogno di rifarsi...»

— «Abbia pietà di questa povera creatura!» gridò risentito il babbo.

— «Emanuele: non conosci la tua figliola! ella ha bisogno di veder chiaro in tutto, di non essere ingannata: nevvero Conny? Vedi, io mi ero detto: Conny è buona e seria. Conny conosce il mondo» e sorrise con amarezza.

«Conny, che ha letto i filosofi e i metafisici, analizza tutto, capisce tutto, e sa che cosa bisogna fare per resistere alle vanità e alle seduzioni di quella brutta bestiac-