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dove non ci sia che qualche povera donnetta, e dove il prete abbia una pianeta scolorita da cui escano i fili d’oro, eh?»

Il babbo rise, poi passò il mio braccio sotto il suo e disse, incamminandosi a passo lesto verso il corso di Porta Venezia:

— «Brava la mia Conny: torna allegra come una volta: e intanto che siamo soli... vuoi tu dirmi quel che mi avevi promesso? Vuoi tu spiegarmi...»

Si rannuvolò, e la sua voce divenne seria quando aggiunse:

— «È stato per me un gran dolore — non te lo posso nascondere — che tu abbia rifiutato la mano del Rinaldi; mi pareva il giovane fatto per te: ma forse ha ragione mia sorella: è un giovane troppo vecchio. Tu sei espansiva, allegra, ardente, e hai bisogno di un uomo che, non solo ti voglia bene, ma te lo dica... Conny, non vuoi proprio confidarmi nulla?»

Io respiravo a fatica: avevo un nodo alla gola che m’impediva di parlare.

Si camminò un poco in silenzio: il corso era quasi deserto. Sperai che si entrasse nella chiesa di San Babila, ma invece si andò innanzi.

— «Conny: ieri sera sono andato da mia sorella: lo sai?»

— «No: non me lo avevi detto.»

— «Ho dovuto andar io... perchè c’era qualcuno, che non voleva venir da me.»

Donnina Forte. 6