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i andò a far tre visite: cioè, a lasciare i biglietti perchè nessuno era in casa. La quarta c’era: era la Contessa Giuseppina *** ch’io amo tanto.
Entrammo quasi insieme a una bella signora elegantissima, grassotta, con un viso aperto e due grandi occhi chiari, pieni di sincerità e di allegria.
— «Chi è?» dimandai all’Elisa.
— «Non so» mi rispose: e visto che non è più di moda far le presentazioni, dovetti tenermi la mia curiosità.
Esaurito il discorso del teatro, del ballo di casa S.** e della serata musicale di casa T***, quella signora disse: — «Hai sentito, Giuseppina, della povera Clara?»
— «Ma sì: pensa che colpo è stato per me! non sapevo che fosse ammalata. Ieri piglio il giornale, vedo