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avrebbe voluto che mettesse la pelliccia come il servitore! Pensa! Il cocchiere che è stato là sotto la pioggia tutte quelle ore: Dio sa come l’avrebbe conciata! O tutti e due o nessuno; — mi diceva. Lui non pensa che il servitore deve venir nell’anticamera ad accompagnarci e a prenderci. Che bella figura avrebbe fatto senza pelliccia, là in mezzo alle stupende pellegrine di martoro di casa T*** e di casa P***!»

— «Ah! ma vedi, Elisa! Filippo ha delle ingenuità strane: lui credeva che le pelliccie fossero fatte per tener caldo, e che il cocchiere, che doveva star di fuori tre ore ad otto gradi sotto lo zero ne avesse bisogno più del servitore...»

L’Elisa mi guardava con un’aria desolata. «Oh, Conny! ti prego....» supplicò colla sua voce dolce di bambina. «Non ridiventare quella brutta e antipatica Conny di una volta!» e balzò in piedi, e mi buttò un braccio al collo.

Io risi e la baciai sulla punta del suo nasino che pareva si fosse voltata in su allora allora, per guardarmi anch’essa e dirmi: «Sono carina, non è vero?»

— «Elisa, tu mi hai affascinata: finirai col farmi diventare una donnina indolente... e poco seria come te!»

— «Poco seria!» esclamò scandolezzata «Conny! come sei cattiva! Vedi, mi vuoi far credere che sono io che t’ho affascinata! ma sei invece tu, più alta, più istruita, e, via! più seria di me, che colle tue lunghe dita mi avvoltoli e mi fai girare e mi strappazzi come