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che cosa ama! Ama me: in un modo un po’ brusco, ma che, forse appunto per questo, mi piace, mi commove, e mi ispira tutta la fiducia.
Credo che abbia ragione l’Elisa: un po’ del mio carattere... via, sincero: e del mio faro franco l’ho preso da lui. Il mondo lo conosco perchè lui me l’ha descritto, e siccome lui è molto scettico, io... ma voi sapete già come la penso io.
Filippo dice che non c’è nessun angolo di salotto più simpatico e comodo del mio: ed io quasi ogni sera gli facevo la sorpresa di una nuova comodità: oggi era il tavolino da fumare accanto alla sua poltroncina rossa: domani era un paralume.
Le prime volte quasi si offendeva; mi diceva che lo volevo viziare: che lui voleva servir me e non esser servito: che lui è de’ tempi passati e non vuol mutare, e che allora era una villania il fumar sul viso alle signore e lo sdraiarsi nelle poltrone...
— «Non soffri, Conny? Miss Jane soffrite?...» domanda ogni sera.
— «No, no,» gli diciamo noi.
— «Allora, se permettete...»
Io gli dico:
— «Si figuri!»
E lui: «Grazie.» Si inchina, e fuma un mezzo zigaro avana.
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Da due settimane non lo vedevo. Una mattina,