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Lasciami andare a farle una visitina, babbo! appena un momento!» Sentii un mormorio di disapprovazione.
Alzai la testa: non ci avevo più pensato che c’era lì tutta quella gente.
— «Che posizione...!» mormorò mia zia. Avevo una gamba sul bracciolo e credo si vedesse l’altra un pochino.
C’era da vergognarsi? Forse sì; ma io non me ne vergognai! Quattro anni fa avevo la veste corta, e tutti si credevano in dovere di ammirare le mie gambe... visto forse che il viso non aveva nulla di particolare.
E poi mi ricordai che mia zia... pochi giorni prima, mi aveva consigliato di comperar le calze assortite agli abiti perchè... quando si sale in carrozza, chi è dall’altra parte della via ci vede la gamba fino al ginocchio.... Ed ora... Non vi pare che io abbia ragione di ridere?
— «Non lasciarla andare, Manolo! non mancherebbe che questa!» esclamò spaventata la zia.
— «A Natale non si rifiuta niente ai bambini,» rispose il babbo accarezzandomi. Io baciai quella mano che mi passò sulle labbra, e mi alzai...
— «Sentite» dissi «vi racconterò una storiella, e se non vi convertite... peggio per voi!
«Ero dunque alla scuola comunale...»
— «Lo sappiamo, pur troppo!» mormorò la zia con un sospiro.
Io continuai: «Ero la figlia del soprintendente