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pallidino, con due occhietti neri che par che pungano, e accanto quello grassotto e rosso di un bambino.

Ma io lo conosco da un pazzo quel viso!... Quando l’ho visto?... Forse qui, un’altra volta: ma no: io conosco quella donna: mi par di sapere che voce ha. È strano!

Che sia anche quella una compagna di scuola?

Ma è maritata, con un bambino: che! sono dunque così vecchia, io? Vediamo un po’: ho vent’un anno: ella si sarà maritata a diciannove, fors’anche a diciotto: certo, certo! Tò, non ci avevo mai pensato che a quest’ora potrei essere mamma anch’io. Che idea originale! non so perchè non mi faccia ridere...

— «Miss Jane!» Ella trasalì e spalancò i suoi occhi azzurri con quella solita aria turbata e rispettosa che non mi piace e che finisce a turbare anche me.

Par che beva le mie parole; mi ascolta tutta raccolta, attenta, come se le dicessi chi sa che!

Che io le faccia soggezione? forse a volte sono un po’ brusca: ma il più delle volte mi par d’essere così allegra! E la gente allegra non fa certo soggezione.

Miss Jane mi guardava ancora ed aspettava.

— «Oh, scusate: era una sciocchezza. Leggete, leggete...»

— «Thankyou!» mi rispose arrossendo, e tornò alla sua Bibbia.

Che cosa volevo dire a miss Jane? non lo so più;