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La creatura che ella deve generare e che, se anche non nata, assorbe tutta la somma di tenerezza, di ingegno, di sensibilità che è in lei, è il capolavoro unico che può veramente esaltarla e cui, malgrado errori, o contraddizioni, o negazioni, ella aspira sempre.
Fortunate le donne di non avere ancora un genio nelle loro file, esse che nella maternità e nel canto si sentono pur sempre sorelle; benedetto il capolavoro, quando nasce da madre che ha avuto rivelazione di arte e di poesia; benedetto perchè allora veramente egli racchiuderà nella sua carne e nel suo sangue l’essenza unica di quella carne e di quel sangue che lo nutrirono del loro ritmo più intenso e più riposto.
FINE.