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fetta alla sua poesia, mentre in molti è la poesia che si adatta alla forma.
E ancora, come di altre, noi la consideriamo singolarmente interessante quando ci parla di amore. È una fanciulla che parla, no, anzi, è la fanciulla che vive, e l'uomo amato non ci appare come generalmente da ogni poesia di donna, un miracoloso essere leggendario, o un vuoto burattino, ma uomo che ama, che accarezza, che ascolta, che piange accanto a lei, con lei; uomo per cui ella ha sofferto e che ella giudica nel suo male e nel suo bene, nella sua forza e nella sua debolezza, con la chiaroveggente tenerezza che l'amore oggi conosce.
E la sua poesia ci appare precisamente quale deve e può essere oggi la poesia femminile: sincera e dignitosa: perfetta e spontanea; senza nessuna velatura che aggiunga seduzione o che mitighi le asprezze; poesia matura.
Chi volesse, oggi, cantare senza dare tutto di sè, senza sorvegliarsi affinchè armonia e forma siano perfette e concordi, ignora le esigenze del