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svela promettendo, è la meraviglia di chi più non ricorda ciò che fu la sua adolescenza.

Anche le giovinezze più turbolente hanno conosciuto queste ore morbide e infinitamente dolci; questo morboso desiderio di pianto, questa nostalgia, questo male di un paese sconosciuto e che la vita, più tardi, travolge nell’oblio.

«Amore e malinconia» hanno un bizzarro dolce-amaro sapore, pronunciate da una bocca ancor quasi infantile o incontrate in un verso di adolescente.

E non è posa – è sensibilità che tutto urta, che tutto ferisce; è battito d’ala che cerca affannosamente ove posarsi, che non sa se poserà, che si sgomenta di sentirsi sola, e non si accorge che intorno tutti gli adolescenti palpitano così.

L’adolescenza è schiva e quando canta lo fa illudendosi di placare così la grande sete che la incalza. Più tardi, nell’appagamento del cuore, nella via ritrovata, forse più aspra, ma non più tortuosa e seducente di mistero, quelli che piansero di malinconia si accorgono quanto fu vana la loro sofferenza: taluni se ne sgomentano (o com-