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plastica bellezza che noi sentiamo in lei e ch’ella, forse, adora sopra ogni cosa; per la passionalità che si rivela e si nasconde, in un gioco di cerule luci; ma nordica, anche, per la nebulosità, il simbolismo anzi di cui si compiace velare ogni sua lirica, per una profondità più riposta di concetto e di intento che a tutta prima sfugge.

Poesia che si rivela dapprima semplicemente come canto e che invece a poco a poco si fa più profonda, si addentra fin là ove non è più solo ispirazione, ma anche pensiero e ragionamento.

Anima precoce, anche questa, ma certo più giovanile, più vivace, più assetata e gaudente; anima benedetta dal calore del cuore che batte, delle vene che pulsano; anima in fiore inebriata del suo stesso profumo e della sua stessa bellezza.

La nebulosità ci impedisce di seguirne le vicende di vita, di vederla vivere, veramente. Noi la sentiamo, non la vediamo, ma ci basta, e non le chiediamo di più.

Talvolta, è vero, l’enfasi le nuoce: è in lei l’immensità quasi nietzschéana di certe visioni, senza averne il volo d’aquila per spaziarvi libera-