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dernità della concezione, di stare ancora a capo di questa schiera che racchiude le più fervide speranze.
Luisa Giaconi, che ancora, al di là della grande Porta, ci parli con la tua voce in cui già allora passavano i profondi brividi del Mistero che ti attendeva; consumata da te stessa, dal tuo dolore, dal tuo amore, dalla poesia che era in te così intensamente che ti ha spezzata – cara anima vigile, perfetta nella tua linea armoniosa, il tuo nome è qui, primo fra queste che tu avresti guidato, vivente; il tuo nome semplice come te, ma che la pietà e l’amore di chi è rimasto fanno sempre più fulgido, sempre più grande, sempre più rimpianto.
Chi volesse concedersi un singolare godimento fatto di contrasti che pur generano una loro intima armonia, chi volesse conoscere le due anime femminili più opposte, le due giovinezze più diverse, non ha che da aprire i due volumi: Senza approdo di Cesarina Rossi e Arethusa di Elsa