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biltà dello stile, ma talvolta stronca chi vuol veramente diventare qualcuno.
E ancora Maria Stella che ha trovato alla piccola anima ardente (in quella Fonte di Ardenna quante, troppe cose belle buttate così, con una regalità che sgomenta!) il sicuro rifugio nell’amore.
Rita Maggioni e Lucia Pagano, giovanissime, bellissime, che parvero audaci e sorelle nell’audacia; fiere, conscie di sè, assetate di un bene che rassomiglia alla gloria e che forse son vicine a ghermire: la prima già più donna, più femminilmente seducente nelle sue calde poesie in cui troviamo qualcosa che è poi nelle poetesse sorte dopo di lei: quella preziosa sincerità che unica, ormai, dà valore all’opera di un artista, qualunque essa sia, buona o cattiva. Essa fu una pioniera della poesia femminile e perciò la sua opera è ancor fresca e vivace, più assai di quella di Lucia Pagano, che pur possiamo annoverare fra i temperamenti originali. E insieme a queste:
Rina Maria Pierazzi, cui non ancor giovano la sincerità e la serietà dell’intento a fare della sua