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desiderio del bene perduto; che calma e serena per non turbare nessuno, trova finalmente nel canto la pace.

Più d’ogni altra, Bruna potrebbe dirci il balsamo consolante della poesia; più che ogni altra ella ha diritto al canto, per il doloroso dramma di rinuncia, come gaudioso compenso alla sua devozione.

Accanto al nome di Bruna, per l’affetto che le lega, ecco Adelalde Bernardini (moglie di quel grande maestro che fu Luigi Capuana) cui spettano le parole che un critico ebbe per altra poetessa: «impetuosa e tenerissima anima siciliana».

Ritroviamo in questa poetessa che canta soprattutto l’amore, un poco di Térésah: ma più aspra, più sincera, meno velata; temperamento che, per la sensualità melanconica, possiamo anche paragonare ad Amalia Guglielminetti.

Appunto di Térésah ella ha la vena facile se non ricca e certe adombrature poetiche che tolgono efficacia, talvolta, alla ispirazione assolutamente sincera; orgogliosa e ambiziosa, il suo orgoglio e la sua ambizione sono nobilitati da


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