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autunnale; o in crinolina, coi riccioli spioventi intorno al viso, avvolta in uno scialle cachemir dalle ricche pieghe, bizzarra e seducente come un figurino del «Corriere delle Dame»: e via via i quadri ch’ella si compiace di formare con la sua delicata bellezza, si scompongono e si compongono fino a formare uno solo in cui ella passa, unica e pur mutevole, con un riso silenzioso e felice di sentirsi così bella.
Quelle che accanto a Térésah meritano di essere ricordate e che, pur senza abbagliare il mondo della loro luce, nobilitarono la poesia con la grazia del verso, sono molte.
Ma mentre avviene ora che quasi ogni anno la poesia femminile, come una pianta rigogliosa, dia frutti forse troppo precoci ma densi di succo, per la magnifica vitalità che è delle cose giovani, quelle molte che scrissero non si affermarono tutte.
Ci furono, come dissi, inizi fulgidi che languirono poi miseramente, non so se per mancanza di alimento o per difetto di costituzione; ci sono temperamenti equilibrati di donna cui l’ispi-