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Già languendo la luce in carezze voluttuose
sfiora le dolci cose ed al sonno le induce.

E si prolunga l'ora ambigüa e l'ombra ne emana
con una quasi umana tenerezza che discolora.

Canterà ancora, questa nostra poetessa, che fra le molto giovani ha saputo ascendere trionfalmente?

Dilaniata nella sua vita dal conflitto immenso che è in lei, dalle aspre critiche che si infrangono contro la sua fierezza, forse il suo nuovo canto di «Malata d'anima» sarà ancor più aspro e meno puro, più doloroso e meno semplice.

Ma il suo canto d'amore è esaurito ed altro non sarà, domani, che quello che fu ieri: auguriamole invece, chiedendole perdono dell'augurio, la buona sferza del vero dolore che sappia spronarla al canto più bello.


Meno rigogliosa e potente di quella di Ada Negri e di Amalia Guglielminetti ma non meno intensa, è stata ed è la fioritura delle altre poetesse.