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Ma nell’Amante Ignoto apparve la falsariga d’annunziana, che non le giovò. Qua e là ancora la vibrazione del grande fuoco che l’abbrucia; qua e là la voce sua che si fa udire attraverso le voci degli altri, ma è un’opera arida, impersonale, voluta.
Nell’ultima sua opera, l’Insonne, originalissima nella costruzione metrica, salda pur nel ritmo facile (e a ciò giova l’impressione di continuità, di unità che ci viene da tutte queste liriche, simmetricamente costrutte raccolte in volume) troviamo finalmente, insieme alla seducente sentimentalità di certa poesia moderna, il ritmo tutto francese delle poesie di Sully Prudhomme.
Non sappiamo se ella abbia molto studiato e molto amato questa poesia tutta interiore: certo le sue brevi liriche, cadenzate e pur vibranti, incisive pur nel verso molle, hanno il sapore delicato di quelle francesi.
Vedete L’Immemore:
Nessuna cosa al mondo siccome l’amore s’oblia
Nessuna bramosia si placa in torpor più profondo.