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nota meno limpida e meno sicura: e l’inutilità d’ogni tormento e d’ogni amore, il vuoto mascherato dai fiori più smaglianti, le appare ad un tratto come una voragine.
Là ov’ella si paragona all’arida vite:
d’inutili fronde m’adorno,
io spremo ciascun giorno l’essenza ch’è in me più vitale.
Ostentan belle tinte, s’espandono lucide al sole le fronde di parole che di sangue e fuoco ho dipinte.
Ma per il fine oscuro forse imposto a tutte le vite come l’arida vite alcun grappolo io non maturo.
e parlando all’amato, in un attimo di debolezza, confessa:
So che il femineo incanto del mio corpo in me ti seduce
più assai che non la luce del mio spirito ebro di canto.