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Le molto giovani che la trovano più rispondente alla loro facile e spontanea ispirazione: una sola, già arrivata, che l'affrontò con un senso d'arte più severo e più sobrio e vi diede la sua impronta: Amalia Guglielminetti.
Ma non è possibile parlare di Amalia Guglielminetti senza parlare di Ada Negri. Nulla le accomuna; non il loro destino di donne che fu torbido per ambedue, ma sopportato con diverso animo e con diverso cuore; non le tendenze letterarie che sono opposte – e pure noi le vediamo unite, tutte e due egualmente risvegliatrici di energie.
Ada Negri, figlia del popolo, la cui sottile persona alimentata dal sangue gagliardo da cui è nata, dà a chi la ripensa una piacevole visione di finezza e di robustezza; volto la cui maschera mobilissima, quasi tragica, ove ardono i bellissimi occhi, riesce indimenticabile a chi l'ha veduta una sola volta; donna che anche ora, nella vita cui è giunta attraverso profondi mutamenti di tutto il suo essere, nella raffinatezza di abitudini che appagano il suo innato senso estetico, ha