Pagina:Bisi - Poetesse d'Italia, Milano, Quintieri, 1916.djvu/12


— 12 —


Si ama in lei, pur criticandola, l'esuberanza, l'incertezza, la varietà, la variabilità, l'instabilità: in alcune la foga troppo impetuosa e forse non abbastanza travolgente; in altre la superficialità, la chiara e semplice armonia.

Tranne poche che pubblicano i loro primi versi flebilmente romantici per la smania del nome sulla copertina e sul giornale, tranne alcune, la poetessa moderna scrive bene.

Intimorita dal dilagare di giovani poeti raffinati, ella ha creduto suo dovere di curare maggiormente la vena troppo spontanea, di «incanalarla» nella formula che dichiara perfetto ciò che è esteticamente bello, anche se la bellezza nasconde la fragilità della costruzione; guidata in questo, anche, dal suo sicuro e tutto femineo istinto di «ciò che piace».

E avviene questo: che la modernissima poesia femminile ha una sicurezza di tocco, una saldezza compatta di linee assai maggiore che nei giovani autori: non il leggiadro e sentimentale ritmo di Guido Gozzano, di Marino Moretti, di Cazzamini Mussi….

La Canzonetta! Poche la tentano e per poco.