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74 | Capitolo terzo |
carei di Briozoi, di Coralli. Il tutto è intonacato e più o meno saldamente cementato insieme da incrostazioni dovute all’attività di speciali Alghe dette Coralline. Queste Alghe hanno la specialità di secernere uno strato di carbonato di calcio assai compatto, mentre altri organismi, come gli Anellidi tubiceli, ne coadiuvano l’azione cementante; i frammenti di roccia cosi rivestiti presentano una certa rassomiglianza colle formazioni stallatitiche delle caverne e coi travertini formati da certe sorgenti termo -minerali. La zona delle Coralline comincia a profondità variabili, talora soltanto a venti metri e non si estende generalmente oltre ad una sessantina di metri; i pescatori liguri la conoscono sotto il nome di erena oppure di sina. La medesima formazione vien pure designata come fondo coralligeno perchè in certe località vi abbonda il Corallo, tuttavia l’ambiente ove meglio prospera il prezioso Celenterato non si deve generalmente ricercare in diretta continuazione della riva scogliosa, ma bensì sopra banchi di scoglio che emergono come isole dalle melme circostanti a 70, 100, 150 e più metri dalla superfìcie. Classica località coralligena è il banco di Sciacca tra la Sicilia e la Tunisia. Lo stesso cemento a base di Alghe incrostanti intonaca anche, sino ad un certo livello, le rupi profonde; è noto anzi come le costruzioni delle Coralline raggiungano grande potenza nelle cosidette secche a Coralline che sorgono dai fondi del golfo di Napoli e godono meritata fama per la fauna ricca ed interessante che vi alligna.
Partendo da una profondità variabile (per lo più 50-70 metri in mare aperto) si entra nella regione sublitorale e il fondo assume un tipo uniforme sia din