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duecento metri. Istituita in base ad un concetto geografico, una tale ripartizione si accorda tuttavia con criteri biologici, poiché la vita vegetale non scende che in via d’eccezione oltre ai duecento metri di profondità. I termini «costiero» e «batibentonico» corrispondono a «litorale» ed «abissale» di molti autori.

Conviene ora procedere a suddivisioni ulteriori, ma qui regna tra i biologi grande disparità di vedute. Variano i concetti che presiedono alla classificazione di regioni e di zone, varia l’estensione a queste attribuita; spesso un nome prescelto dall’autore X per denotare una zona, viene applicato dall’autore Y con significato diverso. Le indagini accurate di specialisti moderni e sopratutto del Pruvot hanno documentato scientificamente due verità che già dovevano risultare evidenti a chiunque abbia cognizioni un poco estese di biologia marina:

1ª Le suddivisioni proposte per un dato mare molto spesso non si adattano ad un altro mare, sia per quanto concerne la distribuzione dei fondi, sia per quanto si riferisce alle comunità biologiche proprie dei fondi stessi.

2ª È vana impresa voler suddividere il dominio costiero in strisce orizzontali, limitate, sia pure in via approssimativa, da una linea batimetrica. Risulta infatti che la natura del fondo è il fattore più importante nella distribuzione degli organismi costieri e che alla medesima profondità si trovano, anche in località vicine, fondi assai vari per natura e per estensione. Chiunque abbia pratica di fauna marina riconosce a prima vista il prodotto di una pesca fatta a