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Cenni sulla influenza del fondo marino eco. | 53 |
caduta, vengono abbandonati materiali più leggeri, finché si giunge alla sabbia, e poi ad una melma finissima che ricopre immense distese d’Oceano e dove i materiali più voluminosi non sono rappresentati che a lunghi intervalli da massi proiettati dai vulcani, o da scorie buttate via dai piroscafi, oppure, nelle latitudini elevate, da pietre e detriti diversi lasciati cadere dai ghiacci galleggianti.
In tesi generale i fondi nelle vicinanze dei continenti e nei mari interni, come il Mediterraneo, sono coperti da quei depositi che il Murray ed il Renard chiamano «terrigeni», cioè costituiti in prevalenza da materiali provenienti dalla terra emersa o pel veicolo dei corsi d’acqua e delle correnti atmosferiche o per l’azione demolitrice del mare. Ter contro nei bacini oceanici, lontano dalle coste, i depositi risultano in buona parte di gusci e di scheletri d’organismi che hanno vissuto nelle zone d’acqua soprastanti, e vengon perciò denominati depositi pelagici dagli autori predetti.
Mentre nel Mediterraneo i saggi d’alto fondo sono composti di una melma azzurrognola o giallastra, generalmente assai povera in sostanze organiche, nei grandi Oceani la melma d’alto fondo, eccezione fatta per la cosidetta melma rossa (red day), è piena zeppa di avanzi riferibili a specie pelagiche. Prima per importanza è la melma a Globigerine, composta quasi per intero di piccoli gusci calcarei appartenenti a Foraminiferi pelagici. Predomina fra gli altri un guscio lungo mezzo millimetro o poco più, che si presenta all’occhio armato di lente come un aggregato di sferule bianchiccie d’in uguale grossezza: è quello della