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Uno sguardo alle condizioni fisiche del mare ecc. | 45 |
diterraiieo. Per effetto del clima relativamente caldo e secco, il Mediterraneo perde molto più acqua per evaporazione, che non ne riceva dai fiumi sfocianti lungo le sue coste. A compensare il dislivello che tende così a prodursi, una massa d’acqua Atlantica entra per lo stretto di Gibilterra e, mantenendosi alla superficie, fluisce lungo le coste settentrionali dell’Africa inviando rami nel Mare Balearico e nel Tirreno.
Le acque più salate e più dense del Mediterraneo danno invece origine ad una corrente profonda, che per la stessa via scorre verso l’Atlantico e, superata la soglia di Gibilterra, si approfonda costeggiando l’Europa occidentale. A nord del capo S. Vincenzo (Portogallo) la presenza delle acque Mediterranee si rivela chiaramente a 1500 m. di profondità, con una salsedine di oltre 36 ‰ ®ti una temperatura di 11° (notate che le acque dell’Atlantico orientale alla stessa profondità non misurano che 4o-5o); secondo le recenti investigazioni del «Thor» si rende sensibile anche in plaghe più settentrioneli, cioè a sud-ovest dell’Irlanda.
Circa le correnti del Mare Ligustico è ancora viva la discussione, ma buoni motivi fanno ritenere che il movimento generale delle acque litorali proceda di regola da oriente ad occidente; nell’Adriatico prevale una corrente che ascende lungo la costa dalmata ed istriana per discendere lungo le coste della penisola italica. Lo studio dell’Adriatico dimostra come l’influenza delle acque fluviali si renda sensibile, mercè le correnti, molto lungi dalla foce. Così a 25 ed a 45 miglia al largo di Ancona la nave italiana «Ciclope» registrava una salsedine di oltre 38 ‰ mentre in una zona intermedia, a 35 mis’ lia della stessa città, la salsedine si