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Uno sguardo alle condizioni fisiche del mare ecc. | 31 |
per cui sogliamo distinguere gli organismi euritermi, che sopportano variazioni cospicue di temperatura, dagli stenotermi che richiedono invece una temperatura pressoché costante.
Per quanto concerne la distribuzione verticale della temperatura in seno ai mari, ricorderò questa nonna generale; la temperatura dei grandi Oceani decresce di regola colla profondità, di guisa che al fondo si trovano acque molto prossime allo zero (2 14° circa, in media, nell’Atlantico); è questa una ragione d’incompatibilità, certo non meno importante della luce e della pressione, tra la fauna della superfìcie e la fauna degli abissi. Tuttavia in seno ai mari polari correnti relativamente tepide possono mitigare, negli strati intermedi il gelo prodotto dai ghiacci superficiali.
L’abbassamento del termometro lungo la linea verticale non si manifesta nell’Oceano in modo uniforme.
Così nell’Atlantico settentrionale la temperatura, misurata durante la stagione estiva, decresce molto rapidamente, per i primi 50-100 metri, indi assai lentamente.
Più in basso s’incontra nuovamente una zona, il cosidefcto strato ter modino, dove la decrescenza si fa brusca (tra 450 e 750 metri circa), poi questa si fa di nuovo lentissima e graduale sino al ■’ondo.
Nei mari quasi completamente chiusi, si danno condizioni termiche affatto speciali. Così nel Mediterraneo possiamo distinguere, lungo la verticale, due zone termiche. La profonda (che raggiunge quattro km. di potenza) mantiene una temperatura pressoché uniforme in tutti i suoi strati, e costante in ogni stagione