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4 | Capitolo primo |
l’acqua nel primo caso; l’atmosfera, e non il terreno, nel secondo; qualche biologo purista, in base a tale considerazione, non ha mancato di avvertire che gli animali terrestri si dovrebbero piuttosto chiamare «aericoli».
Ora la diversa influenza biologica dei due fluidi si rivela sopratutto negli organismi capaci di sollevarsi per lungo tratto dal suolo. Mercè il loro peso specifico uguale a quello dell’acqua, o di poco diverso, molti animali acquatici si mantengono in equilibrio o all’equilibrio provvedono senza grande dispendio di energia. Qualche bollicina di gas nel plasma di un Protozoo, qualche colpo di pala dei piedi natatori di un Gamberetto possono raggiungere lo scopo; certi Anellidi marini strisciano sull’arena finchè i movimenti serpeggianti del loro corpo seguono un ritmo lento, mentre s’innalzano a nuoto quando le contorsioni diventano più vivaci.
Anche dove entrano in scena speciali apparati idrostatici, come la vescica natatoria dei Pesci, questi organi richiedono moderato sviluppo di muscoli ed un dispendio di energia muscolare relativamente piccolo e di breve durata.
Non così l’animale che s’innalza dalla terra emersa. Esso deve sollevare un peso pari a centinaia di volte quello dell’aria spostata; infatti un decimetro cubo d’aria a 0° e 760° mm. di pressione pesa gr. 1,293, mentre un decimetro cubo del corpo di un volatore può pesare parecchie centinaia di volte questa cifra.
Di qui lo sforzo ingente per conseguire l’equilibrio, sia che due ali flessibili, fungenti da propulsore, vibrino rapidamente dietro a due ali rigide e coriacee