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Vita acquatica in generale e vita marina | 3 |
zionario nel centro della tela e padrone soltanto della preda che il caso faccia impigliare proprio in quel punto; in poco tempo esso morirebbe d’inedia. L’animale terrestre deve cambiar posto per fuggire condizioni atmosferiche dannose: pioggia, vento, eccessi di caldo e di freddo. Soprattutto fugge l’estrema siccità, che privando i tessuti del minimo d’acqua necessario alle funzioni vitali, uccide l’organismo o se talvolta vien tollerata lo è soltanto in condizioni di vita latente (una sorta di letargo, ved. cap. VIII). Tale pericolo non minaccia l’organismo acquatico, il quale si trova molto spesso in ambiente così costante ed uniforme da poter condurre, senza danno, una vita completamente sedentaria. In armonia con quanto precede sta la circostanza che le Spugne, i Coralli, i Briozoi ed altri animali fissi non hanno sulla terra emersa alcun rappresentante.
Passando dagli animali fissi ai meglio dotati in fatto di mobilità, il contrasto assume una forma diversa. E qui si rivela il debole di certe definizioni passate nell’uso comune; ci siamo espressi con precisione scientifica quando abbiamo contrapposto la vita «terrestre» alla vita «acquatica»?
Se con questi due termini vogliamo indicare il fondamento biologico della definizione, l’esattezza non è raggiunta. L’attributo di terrestre; la presenza di un substrato solido sul quale poggia l’organismo in quiete od in moto è di secondaria importanza; il Crostaceo vagante sul fondo marino non profitta forse di un substrato solido come la Scolopendra che corre sui vecchi muri? Per l’una e per l’altro il fattore fondamentale è il fluido che da ogni parte li circonda;