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154 Capitolo quinto

Schizopodo, l’una nel 1909, l’altra nel 1913. A Savona l’autorità ebbe a proibirne il consumo pei disturbi non lievi dell’intestino sofferti da chi ne aveva in gran copia mangiati. Siccome altrove se ne fece largo uso a tavola senza alcun danno, son propenso a credere che i lamentati disturbi derivassero piuttosto da individui poco freschi che non da qualche proprietà venefica del Crostacgo.

Le specie che appartengono al plancton per tutta la vita non sono molto numerose tra i Crostacei più elevati. Si ascrivono, in maggioranza, alla famiglia dei Sergestidi e sono talvolta poco dissimili dai Gamberetti, tal’altra hanno corpo assai più esile, quasi filiforme, ed occhi portati da lunghi peduncoli.

Convien qui ricordare che nei Crostacei l’accrescimento del corpo e le modificazioni di forma che si verificano durante lo sviluppo non possono venir secondati dal tegumento, rigido ed incapace di accrescersi per proprio conto; è quindi necessario che ad ogni fase larvale segua una muta completa; sotto alla pelle vecchia si scorge in via di formazione la nuova, non di rado ben diversa dalla prima pel numero e la disposizione delle sue appendici. Questi cambiamenti hanno particolare interesse nei Sergestidi perchè la larva sguscia dall’uovo in uno stadio assai precoce e subisce un numero assai grande di mute prima di raggiungere la condizione adulta. Lo stadio detto di Acantosoma, col suo ricco ed elegantissimo ornamento di spine, per lo più vivamente colorate, non fa certo prevedere l’adulto a corpo liscio e disadorno che segnerà la meta delle trasformazioni successive.

Nel plancton neritico, accanto ai Crostacei durevol-