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Breve illustrazione di alcuni organismi planctonici 149

isolante, impedisce cioè che la luce si disperda. E le somiglianze non cessano a questo punto, poichè verso l’esterno la piccola coppa è chiusa e sormontata da una vera lente, simile al cristallino dell’occhio, e capace di concentrare il fascio luminoso; nell’area poi che ricopre l’organo luminoso, la pelle diviene trasparente al pari della cornea oculare.

Si sono inoltre scoperte parti accessorie che mancano all’occhio, mentre hanno esatta corrispondenza in quanto si pratica dall’industria umana; dei riflettori esterni che formano un’aureola luminosa attorno al punto risplendente proiettato dal fotoforo; e persino degli schermi colorati, che in determinate circostanze possono impartire a questi curiosi fari viventi le tinte più vivaci. Tali schermi sono costitutti da masserelle di sostanza colorata o cromatoafori, dei quali ci occuperemo più diffusamente in altro capitolo. Sotto l’impulso di una eccitazione nervosa, il cromatoforo può dilatarsi, oppur contrarsi in un minutissimo grumo sferico. Nelle specie costiere questo processo determina rapidi cambiamenti della tinta generale del corpo; nelle specie luminose cambiano colore le luci emesse dai fotofori. Supponete infatti che nel tegumento soprastante al fotoforo la masserella colorata sia contratta; in tal caso la luce apparirà biancastra; se invece in questo tratto viene ad espandersi un cromatoforo di colore rosso, anche la luce del fotoforo sarà rosseggiante.

Nell’Abraliopsis morisîì Ver., uno dei Cefalopodi batipelagici più comuni nell’Atlantico e nel Mediterraneo, avevano suscitato discussioni e congetture tre organi sferici di color nero posti in cima alle braccia