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116 Capitolo quarto


Tuttavia lo Schiller nelle sue recentissime investigazioni adriatiche trovò Diatomee sino a 250 metri di fondo e l’esistenza di un planeton vegetale, per quanto estremamente diradato, fu verificata anche a profondità assai più rilevanti; sino ad oltre 400 m. Alla distribuzione verticale del fitoplancton le stagioni recano continui cambiamenti: nelle nostre acque esso tende a concentrarsi in una zona poco profonda durante la stagione fredda e di sparpagliarsi poi, durante 1 mesi estivi, lungo una distanza verticale assai maggiore. Per quanto concerne i Bacteri, pare se ne trovino tanto negli strati superficiali quanto nei profondi.

Più ardue sono le indagini relative al plancton animale, sia per le cospicue dimensioni, sia per la grande mobilità di alcuni suoi rappresentanti. Mi riferirò sopratutto agli studi compiuti dal Lobianco nel golfo di Napoli e ricorderò come taluni animali si raccolgano indifferentemente alla superficie ed in acque profonde sino a quote rilevanti: così il Foraminifero Globigerina bulloides, già citato a proposito dei fondi marini, ed il Sifonoforo Diphyes sieboldi vennero riconosciuti ai più diversi livelli dalla superficie sino alle profondità rispettive di 1200 e 1500 metri. Per contro la maggioranza degli organismi pelagici è limitata a certe condizioni batimetriche che indagini accurate e ripetute permettono di determinare con una certa approssimazione.

Il Lobianco distingue tre comunità planctoniche:

1ª Un plancton di zona luminosa (o phaoplancton) che abita la zona superiore del pelago sino ad una trentina di metri di profondità. Sono tipici per