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112 Capitolo quarto

poste a tal fine da biologi e da oceanografi. Ricorderò soltanto come trovi oggi molto favore la teoria del Nathanson, che attribuisce la maggiore ricchezza del plancton circumpolare alla più attiva circolazione verticale che si verifica in quelle regioni. Per effetto di questa circolazione le correnti ascendenti riportano negli strati superiori una quantità di detriti organici che altrimenti cadrebbero sul fondo e in tal modo permettono una nutrizione molto più intensiva del plancton che abita la zona illuminata. Reputo vi sia qualche cosa di vero anche in un’altra ipotesi (Loeb), che farebbe tutto dipendere dalla lunghezza relativa del ciclo vitale; nelle acque più fredde il ricambio si compie più lentamente e quindi il ciclo vitale dura di più; in conseguenza di questo fatto generazioni successive della medesima schiatta possono coesistere nei mari freddi in numero assai maggiore di quanto non avvenga nei mari caldi.

Volendo accennare alla distribuzione degli organismi pelagici alla superficie del globo, bisogna anzitutto fare una distinzione. Le larve di organismi litorali che appartengono temporaneamente al plancton hanno una distribuzione che si connette a quella degli adulti bentonici da cui derivano. Per contro gli organismi che vivono pelagici per tutta la vita. manifestano spesso una diffusione assai più ampia e queSto si poteva prevedere, dato (oltre ad altre ragioni) il facile trasporto per mezzo delle correnti e date le condizioni fisiche la quali si mantengono pressochè uniformi in plaghe molto vaste di Oceano. Dal punto di vista della distribuzione orizzontale l’Ortmann distingue il dominio pelagico in tre grandi regioni,