Pagina:Biologia marina.djvu/134

simo; al disopra ed al disotto va gradatamente diminuendo. In altre parole, per conoscere quando e dove si presentano i massimi ed i minimi, come procedano gli aumenti e le diminuzioni, è necessario una vera e propriastatistica delplancton;allorala comparsa giornaliera od annuale di una specie, la sua distribuzione verticale ed altri dati consimili si lasciano tradurre in altrettante curve, nelle quali il vertice segna il numero massimo degli individui. Si potrebbe ammettere che un tal massimo coincida coll’insieme di condizioni fisiche più favorevoli alla specie (optimum fisiologico), tuttavia non crederei sempre accettabile questa norma, perchè il prosperare di una specie non dipende soltanto da fortunate condizioni d’ambiente, ma anche da cause intrinseche le quali non lascian riconoscere alcun legame immediato coll’ambiente stesso.

Ma chi si prende la briga di contare il planeton.? Sappiate adunque che questi lavori statistici appartengono oggi al programma giornaliero di molti istituti marini e lacustri. Con una pazienza degna di certosini, e con metodi simili a quelli usati dai medici e dai patologi per numerare i globuli rossi del sangue, tecnici all’uopo addestrati contano il numero complessivo degli organismi contenuti in un dato volume d’aequa marina e molte volte il computo viene eseguito separatamente per ciascuna delle specie rappresentate nel saggio, od almeno per le dominanti. Quando una statistica così combinata proceda di pari passo con indagini precise sulla temperatura, sulla salsedine; sulle vicende delle correnti, ognuno capisce come sì possano conseguire indicazioni preziose intorno alle