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Uno sguardo alla biologia del plancton 107


Quale risultato può trarre il talassografo da questi reperti della fisiologia generale ì Egli può studiare a suo agio, in un laboratorio marino, come si comportino le diverse specie del plancton rispetto alla luce, alla temperatura, alla densità, ecc., e metodicamente indagare quali effetti produca sui loro tropismi l’intervento di opportune modificazioni nelle proprietà fisiche e nella composizione chimica dell’acqua marina. Allora, se egli ha una buona conoscenza del plancton locale, una volta notate le condizioni fisiche e chimiche del mare in un dato momento, potrà senza tema di apparir presuntuoso, arrischiare un presagio sulla composizione qualitativa e quantitativa del plancton nello stesso momento. Ma il problema è complicato, e anche quando gli studi in proposito saranno più profondi e più. completi, non è a credere che si debbano oltrepassare i limiti di una previsione molto limitata od approssimativa.

Dovete pensare infatti che non soltanto le cause esterne sono varie e variamente combinate, ma si modifica anche il modo di reagire dell’individuo a seconda delle sue condizioni fisiologiche. Si aggiunga poi che gli organismi delicati del plancton, quando vengono pescati e mantenuti per qualche tempo nei nostri laboratori, possono trovarsi in una condizione fisiologica anormale che non offre un concetto giusto del loro modo di comportarsi in natura.

Ma tropismi e reazioni ’affini saranno veramente i grandi e soli motori di questi viaggi del plancton? Senza bisogno di ricorrere ai tropismi è lecito credere che le correnti dovute a squilibri di temperatura e di salsedine facciano discendere e risalire molti minu-