Pagina:Biologia marina.djvu/124

100 Capitolo quarto

rata se non a prezzo di lunghe e dispendiose fatiche. Non è tuttavia da escludersi che in altre plaghe del Mediterraneo, si verifichino, in minori proporzioni, gli stessi fenomeni conosciuti per Messina.

Le grandi correnti ocegniche disperdono le specie planetoniche sopra tratti Vastissimi di mare e certo hanno contribuito non poco alla diffusione mondiale di alcune di esse. Per quanto concerne le correnti locali, hanno importanza notevole quelle parallele alle coste, nel disseminare tutte le specie bentoniche le cui larve fan parte del plancton. Senza un tal mezzo di trasporto molte larve sarebbero costrette a svilupparsi poco lontano dall’individuo progenitore.

È quotidiano spettacolo l’incontro del battesimo col funerale, ma non v’ha forse altro ambiente in cui la morte e la vita procedano di pari passo con tanta intensità. Mentre dalle uova liberamente galleggianti o trascinate dalle femmine in grappoli ed in cordoni sciamano migliaia di vivacissime larve, il cammino della corrente è segnato da una discesa continua, inesorabile, di organismi morti. E anche astraendo da quelli che cadon vittime di predatori, non tutti son periti di morte naturale; se una corrente calda incontra acque più fredde molti animali e vegetali stenotermi non sopportano il cambiamento di temperatura e soccombono lasciando il campo ad altri organismi più resistenti. Avviene talvolta che due correnti importanti, una calda e l’altra fredda s’incontrino; allora è una vera pioggia di organismi pelagici quella che cade sul fondo ed altrettanta manna per i Pesci che sogliono convergere a frotte sotto alle zone di confluenza. Ben conoscono il fenomeno i sapienti organiz-