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Uno sguardo alla biologia del plancton 99

tanto interesse al biologo come nello stretto di Messina, l’angusta via di comunicazione fra l’Ionio ed il Tirreno. Bisogna ricordare anzitutto che questi due mari posseggono opposte fasi di marea, dimodocliè l’uno innalza il suo livello mentre l’altro lo deprime. A compensare lo squilibrio cagionato da questo moto d’altalena, una forte corrente fluisce durante sei ore della giornata dall’Ionio verso il Tirreno, e spirate le sei ore un’altra corrente si desta in senso contrario. Dal conflitto delle acque che ancor salgono con quelle che già hanno cominciato a discendere si formano vortici dei quali vari classici latini e greci han tramandato, nella leggenda di Scilla e di Cariddi, il pauroso ricordo.

Inoltre le acque, animate da rapido movimento, vanno a cozzare contro una soglia sottomarina che si eleva a 80 metri dalla superfìcie fra Punta Pezzo e Ganzirri. Taluni opinano che le correnti, giungendo dal mare profondo, risalgano contro la soglia e, rifluendo indietro, pervengano ai livelli superiori. Ad ogni maniera, sia questa laverà cagione del fenomeno, o ve ne siano altre ancora non sufficientemente indagate, si verifica, su larga scala, una salienza di acque profonde alla superficie. Ne consegue che le acque superficiali dello stretto di Messina convogliano, insieme ad un ricco plancton di superficie, tutte le specie pelagiche caratteristiche di livelli più bassi, fino a più centinaia di metri di profondità; anzi talune di queste in determinate condizioni metereologiche vengono buttate dalle onde sulla spiaggia del Faro.

In tal modo lo zoologo può raccogliere colle mani o coli’ aiuto di un semplice bicchiere esemplari ch’egli non potrebbe ottenere in altra località finora espio