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Uno sguardo generale alla biologia del plancton 89

l’Ostwald, è di prima importanza per interpretare le forme del plancton. Nell’acqua di mare essa va aumentando, in tenui proporzioni, col crescere della salsedine, mentre diminuisce, ma in proporzioni assai più forti, coll’innalzarsi della temperatura. Dove sarà minima la resistenza alla caduta e massimo lo sviluppo delle disposizioni organiche atte a prevenire la caduta stessa? Evidentemente nei mari caldi, sopratutto se hanno salsedine relativamente bassa. Il contrario avverrà nei mari freddi, specialmente ove la salsedine sia relativamente elevata.

In appoggio a siffatte vedute si citano le varietà di stagione riscontrate in taluni organismi del fitoplancton o planeton vegetale; nei mari a forte oscillazione termica talune specie sogliono presentarsi sotto due forme diverse, già descritte dagli autori come specie distinte: una forma estiva gracile, a tegumento sottile, con appendici molto sviluppate; ed una forma invernale più massiccia, a tegumento più spesso e con minore sviluppo di appendici. Paragonando specie viventi nei mari caldi con altre congeneri, proprie dei mari freddi, si sono poi vedute relazioni del tutto analoghe a quelle accertate nel confronto tra forme estive e forme invernali della medesima specie.

Ho sempre ricevuto l’impressione che le vedute dell’Ostwald siano unilaterali. L’attrito interno potrà avere la sua parte nel determinare i caratteri morfologici del planeton, ma i fattori che influiscono sulle forme mi sembrano assai più complessi. Probabilmente si possono invocare cause interne dipendenti dalla costituzione intima della sostanza viva e delle sostanze minerali ehe ne formano l’impalcatura; cause