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di fiano duca marco

pregio più bello, è il più fulgido onore, perocchè avvenga purtroppo che chi sortì una culla dorata e crebbe ili mezzo alla fortuna degli agi, non curi di comporre ad isl razione la mente, e d’informare a gentilezza il cuore.

Il Duca Marco di Fiano fu vago mai sempre di estendere il corredo delle sue cognizioni, epperò si mostrò desideroso di trarre lezioni di umana sapienza anche dalla scuola pratica della vita, che è la scuola dove tutto si svolge l’immenso campo del vero, del buono, del bello, e da cui si beve quel sapere, che forma il cittadino utile, onesto,-integerrimo. — Ed amando istudiare nuovi uomini e nuove cose, si die paranco il Duca di Fiano al diletto del viaggiare, e dappertutto raccolse il fiore della sapienza, il frutto di cittadine c morali virtù, ed è riuscito uno di quegli uomini, che abbisognano negli alti uffici del Comune per la trattazione delle cose della propria città, per il bene del popolo, per la fortuna della patria.

Il Duca di Fiano non fu di queglino, che nelle ebollizioni politiche scendono in sulle piazze, e si danno a sbraitare, ad agitarsi, a commuovere, no, egli è un cittadino di liberi sensi, ma onesto, integro, di fermo carattere; che desiderò veder la patria sorgere nazione, e a questo intese colla forza del suo ingegno, colla potenza della sua fortuna, che esultò di gioia più bella il giorno, in cui vide la sua Roma cingere la fronte del diadema di capitale d’Italia, e da quel giorno portò fede che i tempi sarebbero corsi verso un avvenire migliore, nè per fermo fia manchevole, perocchè il cammino del progresso sociale, della perfetta civiltà, dei liberi tempi volge tacito, ma con rapido passo.

Il Duca di Fiano possiede pur cognizioni nelle economiche ed amministrative discipline, e sà perciò quanto v’ha d’uopo per dar vita sana e feconda alle pubbliche e private amministrazioni, e ravvisa appunto la fortuna del proprio paese, la felicità del popolo nella buona amministrazione sia del Comune, sia della Provincia, sia dello Stato.

La cittadinanza romana apprezzando le altissime doti, che onorano il Duca Marco di Fiano, finalmente lo voleva alla trattazione degl’interessi di Roma, riconoscendolo attissimo e degno di assidersi in Campidoglio tra i Consiglieri del Comune. E di fatti nelle ultime elezioni amministrative al distinto ufficio eleggevalo, ed era tempo che un nobile ed onoratissimo cittadino alla vita pubblica fosse condotto, imperciocchè noi crediamo che quando uomini, i quali alla chiarezza del casato e alla ricchezza di fortuna