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felice ferri

venti che saranno reputate indispensabili pel commercio italiano. — 3.° Il programma degli studi e del concorso sarà formulato da una commissione di uomini autorevoli e con petenti, i quali saranno pure incaricati di presiedere al concorso e riferirne alla Giunta della città di Roma.»

Abborriva l’assassinio legale e proponeva che anche da Roma partisse la condanna del patibolo, siccome prima parecchie città italiane avevano manifestato il voto su questo atto importantissimo di civiltà:

«La pena di morte è abolita. È sostituita alla medesima la pena della galera perpetua.»

In tutti voleva libera la manifestazione del pensiero entro i limiti legali:

«Il diritto delle associazioni e di riunioni pubbliche senz’armi è riconosciuto.»

Desiderava escluso qualunque privilegio anche se dilicato di credenze:

«Tutti i culti sono eguali avanti la legge.»

Finalmente voleva che realmente il cittadino si riconoscesse libero:

1.° «Le persone e il domicilio sono inviolabili. — 2.° Il potere giudiziario potrà solo nei modi e termini stabiliti dalla legge faro eccezione a questa regola generale. — 3.° Nei casi di flagranza, l’autorità politica potrà solo assicurarsi dell’individuo, il quale sarà immediatamente deferito alla autorità giudiziaria.»

Dopo tale pubblicazione torna inutile qualunque parola del biografo. Il Consigliere Comunale si è scolpito da se, e nulla più resta ad augurarsi se non che in Campidoglio vi sieno uomini indipendenti come il Ferri, e che com’esso sappiano dimettersi quando credono illusoria la libertà che esiste, perchè è scolpita sullo stemma della città di Bologna. — Facile riesce per molti lo aspirare a posti di onoranza, non a tutti poi riesce facile il sapersi in quelli sostenere senza venir meno alle promesse, o lasciarsi accecare dalla ambizione. — Il Ferri un dì rassegnò il proprio mandato per non transigere con la propria coscienza, e di ciò va lodato, mentre si ebbe premio nello avergli gli elettori addossata la rappresentanza presso il Consiglio Provinciale — Intelligente, assiduo, è l’intransigente che sa meritarsi fiducia e stima.

Noi desideriamo che l’opera sua si manifesti sul campo pratico dell’amministrazione, nel quale stanno veramente in germe le speranze di Roma.