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feliciani prof. alceo |
operativa celebratissimo, il quale, fattolo suo aiuto nell’esercizio pratico della medesima, ne allargava la sfera delle cognizioni mercè il corredo delle ultime invenzioni nostrane e oltramontane da lui introdotte in Roma, e ne stabiliva in cotal guisa sopra più solida base l’avvenire. —
Volgeva l’anno 1848. — Il nuovo Pontefice Pio IX, dapprima coll’amnistia concessa a’ prigionieri e agli esuli per delitti di stato, quindi col bandir guerra allo straniero, apriva l’èra di nuovi avvenimenti politici. — I quali, succedendosi con incredibile rapidità non solo in Italia, ma in gran parte di Europa, riempirono ovunque d’entusiasmo e di speranze i petti avidi di libertà, e travolsero di poi in una serie di sventure la povera Italia, e l’Europa stessa per lo inaspettato cangiar di politica del Pontefice, e l’infuriare della reazione, che strettasi d’intorno a lui, prese a governarne le azioni e la mente. — La Repubblica Romana del 1849, conseguenza inevitabile del retrocedere di Pio IX dalla via delle riforme, onde aveva inaugurato il suo regno, cagionò negli animi di tutto il partito liberale una vera rivoluzione, e fecevi rigermogliare i semi di quelle antiche speranze, che fruttarono agli Italiani il sommo dei beni per un popolo incivilito in mezzo a sofferenze di secolari oppressioni, l’indipendenza, vogliara dire, e l’unità nazionale —
Sul cadere del 1848 il consiglio dei ministri, presieduto dal Mamiani, avendo decretata la creazione d’una commissione medico-chirurgica che intendesse «ai mezzi più efficaci per rendere migliori i metodi presenti dell’istruzione dei medici e dei chirurghi», nominò il Feliciani fra i membri che dovevano comporla. —
Il Governo poi della Repubblica1 tenendo conto degli uomini più distinti per senno e provato patriottismo incaricollo, quale inviato, d’una missione presso il governo subalpino, ove rimase fino alla catastrofe di Novara, dopo di che rimpatriato, venne eletto a voto di popolo membro del Consiglio Comunale, e da questo fu subito dopo scelto a far parte della Romana Magistratura, con incarico di presiedere alla sanità, nel quale ufficio istituì fin dai primi assalti de’ Francesi cinque case municipali di soccorso pei feriti, prestando a questi ogni sorta di cure e di assistenza, anche durante i lunghi giorni dell’assedio. Per lo che fu rimunerato dal governo Con medaglia d’argento al merito civile.
Allorquando però non ostante le mirabili prove di valore date dai difensori del Gianicolo, venne a sentenza dello stesso Garibaldi, riconosciuta infruttuosa ogni ulteriore resistenza, il Consiglio Comunale (la sola autorità che
- ↑ Vedi Storia e Atti ufficiali della Repubblica Romana.