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costa giovanni |
cittadini, a vantaggio del proprio paese, fu perciò che nell’ottobre 1870, Roma essendo afflitta dall’orrendo disastro dell’inondazione del Tevere, egli si diè a spiegare tutta sua cura, tutta sollecitudine e per i danneggiati costituì un comitato di soccorso, e specialmente a tante famiglie, che nei rioni di Trastevere avevano maggiormente sofferto, apportò consolazioni ed aiuti. —
Fu di poi eletto membro di una Commissione artistica incaricata di riordinare i Musei Capitolini, ed anche in ciò, per le sne distinte cognizioni in arte, per lo interessamento grande, con che vi attese, riuscì utilissimo. —
Giovanni Costa siccome artista, ha levato di se bellissimo il nome a Parigi, a Londra, in Germania, ed onora Italia, e noi vorremmo che il Municipio di Roma facendo onore a chi nel campo dell’arte di bello italiano splendore rifulge, del Costa si valesse nelle commissioni artistiche, chè in ciò il il suo genio, la sua virtù in tutta grandezza emerge. —
Il Costa fa parte della Congregazione di Carità, e pur quivi sparge sue sollecitudini, e in tutti gli affari comunali ha portato sue premure, suo zelo ed il suo voto è sempre quale si aspetta da un cittadino, che alle più belle virtù della mente congiunge le più rari doti dell’animo, e che sopratutto desidera veder prosperare il Comune e la Razione. —
Ma lo spettacolo purtroppo ci si presenta dinnanzi, di una difettosa amministrazione comunale e nazionale, onde la pubblica e privata prosperità si rende manchevole, e il popolo manda dal petto il gemito di un lungo lamento.
È nella elezione degli nomini destinati al governo della cosa del Comune e dello Stato, che sta riposto il benessere particolare e generale, imperocché sono essi come padri di una famiglia, i quali se inetti a bene amministrare o noncuranti e facili a dissipare, in rovina di leggieri conducono il loro patrimonio, e nella miseria travolgono i figli. —
Stimiamo quindi opportuna cosa in queste nostre biografiche esposizioni presentare nel loro morale, civile e politico aspetto quei cittadini che a Consiglieri comunali furon prescelti, affinchè siano nelle nuove elezioni tenuti in quella considerazione, che i loro meriti importano, ed è desiderevole che uomini, come il Costa, siano per comporre il Comunale consiglio, imperciocché abbiamo in lui un cittadino onestissimo, un uomo di elette cognizioni, un italiano schiettamente liberale, un artista eccellente, che il bene di Roma desidera, e ama che Italia si renda una Nazione sempre più grande, libera, forte, felice, gloriosa. —
Tip. Tiberina Piazza Borghese. | Riccardo Fait — Editore. |