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costa giovanni |
Nasceva egli in Roma nell’Ottobre dell’anno 1826 da onoratissimi e civili parenti. — Negli studî fece maturo l’ingegno, e per entro alla sua mente brillò il genio dell’arte, onde alla pittura s’applicò, coltivandola con infinito trasporto. — E poichè alla fervidezza della fantasia congiungeva bello ed ardentissimo il cuore, così fu preso d’amore grandissimo per Italia, che sulle pagine della storia e nelle tele vide scolpita nella immensità de’ suoi lunghi dolori. — Avvenne quindi, che non appena una voce da Roma bandiva guerra allo straniero, che superbo e tiranno signore correa per le terre italiane, egli marciava insieme ad eletta e valorosa gioventù a combattere le patrie battaglie, e nello campagne del Veneto splendidamente si distinse, e a Cornuda e a Vicenza tutto il fiero valore di petto italiano dimostrò. — Se non che quella voce stessa, che dal seggio dei papi avea spinto tante giovani vite a morire sui campi italiani per amore della patria, revocava gli altissimi accenti, e ravvoltosi nella veste del tradimento fuggiasi di Roma, onde ne seguiva immediatamente la proclamazione della Repubblica. — Però nel mentre cercavasi consolidare il governo repubblicano, l’astio maligno e l’invidia di Francia rivelandosi nella sua più nera grandezza, venia con le armi a riporre sul trono il papa fuggiasco e rinuegatore dei più santi e nazionali principî. — Ma fu forza dapprima che provasse come negl’italici petti, sebbene fosser minore di numero, l’antico valore non fosse ancor spento. — Il Costa notissimo essendo per la sua eletta intelligenza, e per il suo patriottismo, fu destinato siccome uno di coloro, che alla composizione del Comune attendesse, e venne della qualità di Consigliere rivestito. — Ed egli si adoperò sempre con la più grande energia, con la più mirabile attività, ed appena alla difesa di Roma si dovè provvedere, si diè cura e moto por istabilire e formare nuove fortificazioni. — E poichè venne l’ora della ineguale lotta contro i francesi egli si distinse nelle milizie del Generale Garibaldi tra i più valorosi, e la gloria italiana sostenne, soltanto ad una forza maggiore soggiacendo.
Seguita la restaurazione della papale signoria, fu il Costa fatto segno alle più tiranniche persecuzioni, avvegnachè raccoltosi nel santuario della famiglia, al culto dell’arte si dedicasse. — Attese paziente il giorno dell’estrema riscossa. — Ed appena il nuovo sole si levò sull’orizzonte d’Italia, che annunziava nel 1859 il risollevarsi del popolo italiano, egli arruolatosi nei cavalleggeri d’Aosta, corse sui campi della Lombardia a combattere per la unità e indipendenza della patria. — E tostochè quella campagna ebbe fine, ridottosi a Firenze, si diè nuovamente a coltivare la pittura, nella quale si rivelò paesista eccellente. — E in cima del pensiero e del cuore tenendo la sua Roma, aspettava che gl’italici destini fosser maturi per liberarla dal dominio del prete,