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corsetti stanislao

le vie della gloria e della felicità della patria, ed assumeva quindi il comando del 7.° Battaglione della guardia civica, in cui grandemente si distinse e seppe il cuore de’ suoi militi affezionarsi. - Però nel mentre parea che le cose d’ltalia volgessero a migliore destino, Pio IX circondato dalla perversa setta dei gesuiti, e dei retrogradi, che amavano pascere i di loro malvagi istinti sulla mansuetudine e sulla ignoranza de’ popoli, revocava l’alta missione data agl’italiani di liberare il proprio paese, e fuggitosi a Gaeta, di colà invocava sopra Italia la barbara invasione di soldatesche straniere. - Sorgeva impertanto la Romana Repubblica, e la causa italiana fieramente sostenendo, faceva appello a tutti i cittadini, perchè concorressero al trionfo della libertà sopra la schiavitù, della civiltà sopra l’oscurantismo. –E di vero tutti gli animi dei patriotti infiammavansi, e all’ultima prova si apparecchiavano del sacrificio e della suprema vendetta. – La soperchiante forza dell’armi francesi venne minacciosa contro Roma - e l’ora successe in cui italiani e francesi si misurarono con le armi, e di sangue fu ampiamente bagnata la terra antica degli eroi, il suolo dei Bruti, dei Gracchi, degli Scipioni. - Il battaglione comandato dal Corsetti fè prodigi di valore, ed egli fu sempre primo nelle file ad incuoramento de’ suoi militi, che per verità si mostrarono degni del nome italiano, e rivelarono come nel loro petto non sia morta l’antica virtù. - Fu perciò che il Corsetti quale Comandante, rilasciò quindi certificato a tutti quei valorosi, che si erano distinti nel combattimento, e a richiesta del Generale Cleter, consegnò pur nota di coloro, che sopratutti si erano anco maggiormente distinti. E dappresso a tali dichiarazioni del Comandante, s’ebbero quei prodi la medaglia per i benemeriti della liberazione di Roma. - Le bajonette straniere, per maggioranza di numero, avendo trafitto a morte la Romana Repubblica, schiudevano a Pio IX il cammino, pel suo ritorno a Roma, e una catena di lunghi dolori stringeva nuovamente i patrioti italiani. - Per il Corsetti incominciò una vita di persecuzioni, di vessamenti, d’affanni. - Imperocchè la polizia papale non solo lo teneva incessantemente d’occhio, ma lo perseguia con domiciliari perquisizioni, e aveagli perfino interdetto l’uscita dalle mura della città, e siccome uno de’ più grandi nemici del pontificio regime lo riguardava, onde stavan sempre sulle orme di lui gli sgherani del Papa-Re, i satelliti di una polizia composta d’uomini corrotti e venduti. In quella condizione di esistenza durando, quanto abbia il Corsetti dovuto soffrire è agevole il comprendersi. Il sole del 20 settembre 1870 disgombrò anche a lui la tenebra del lungo travaglio, e Roma capitale d’Italia fu salutata come il termine di lunghi martiri, come il compimento dell’unita, e indipendenza della patria.

Il Comandante del 7.° Battaglione della guardia civica, che nel 1848-49