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corsetti stanislao

presero parte, ben meritano che una parola di storia li scolpisca, e duole che molti rimangansi ignorati, perocché mancò l’occasione onde una penna patriottica parlasse di loro. — E noi scrivendo di quei cittadini, che al comunale Consiglio di Roma appartengono, ci adopriamo a questo vuoto riparare, presentando cioè queglino, che acquistarono appunto per le opere loro una parola di storia. — E tra questi oggi notiamo Stanislao Corsetti, di che diremo in brevissimi tratti la vita. —

Nasceva egli in Roma nell’ottobre dell’anno 1806.

Suo padre Giovanni fu uomo saggio, onesto, e della famiglia amantissimo, onde volle il proprio figlio istrutto in tutte quelle virtù, che adornano il cuore dell’uomo. — Epperò Stanislao Corsetti non solo bevve al fonte di una perfetta educazione i precetti del buono ed onesto vivere, ma sì anco la mente rafforzò negli studi, e nel cuore ripose il germe di ogni nobile e retto sentire —

I tempi volgevano gravi, pesanti, e muti d’ogni luce serena, e d’ogni raggio, che la patria allegrasse, quando per la morte di Gregorio XVI saliva al trono pontificale Papa Pio IX, e fu come ad una notte tenebrosa succedesse il più bello e limpido giorno, imperciocché il novello Papa si pronunciò di subito per la causa della civiltà e del progresso, e rivelando sentimenti liberali faeeva intendere essere in cima de’suoi desideri la liberazione d’Italia dallo straniero dominio, e la prima gemma che egli poneva nella sua tiara, era l’amnistia dei proscritti politici, e la promulgazione di molte istituzioni liberali, onde fu che il Generale Garibaldi da Montevideo diriggeva al Nunzio pontificio queste parole — «Dal momento in cui ci giunsero le prime muove dell’esaltazione al trono del sovrano pontefice Pio IX, e dell’amnistia, che concedeva ai poveri proscritti, con una simpatia ed un interesse sempre crescente, noi contammo i passi che il capo supremo della Chiesa ha fatto sulla via della gloria e della libertà. Le lodi, il cui eco era giunto fino a noi dall’altra parte dei mari, il fremito col quale l’Italia accoglie la convocazione dei Deputati, e vi applaude, le saggie concessioni accordate alla stampa, l’istituzione della guardia civica, l’impulso dato all’istruzione popolare ed all’industria, senza contare le innumerevoli cure, tutte dirette al miglioramento, al benessere delle classi povere, ed alla formazione di una nuova amministrazione, tutto infine ci convinse esser finalmente uscito dalla nostra patria l’uomo, il quale comprendendo i bisogni del suo secolo, aveva sapuio, giusta i dettami della nostra augusta religione, sempre nuovi, sempre immortali, e senza derogare alla loro autorità, piegarsi all’esigenza dei tempi.» —

Ed il Corsetti nel bollore dei suoi giovani anni, nell’ardore de’ suoi sentimenti liberali plaudiva al pontificato di Pio IX, confidando, che dischiudesse