Pagina:Biografie dei consiglieri comunali di Roma.djvu/56


calandrelli alessandro


Come scrittore pregiati sono i suoi lavori intorno la Conchiologia fossile, di che fa pur menzione Angelo Conti nella sua opera intitolata il Monte Mario e suoi fossili. — Scrisse più memorie su diverse materie, e in più giornali pubblicò articoli, e la sua penna fu avuta in pregio. — Nel gennaio 1871 furono pubblicate due lettere, l’una indirizzata ai Deputati romani, l’altra all’esimio avvocato Stefanucci-Ala, riguardanti la questione sul trasferimento della capitale, in cui stigmatizzava specialmente gli uomini di stato nell’indugio a stabilire gli ufficî in Roma, e rendere alla medesima l’aspetto e l’ufficio di capitale, siccome ne era degna. — Le quali lettere forte entusiasmarono fruttavangli popolare onoranza, onde s’ebbero l’onore di una disamina persino da quelle teste de’ Gesuiti, scrittori della Civiltà Cattolica.

Nel giornale letterario intitolato «La vita nuova» scrisse articoli sulla Comune di Parigi non già per giustificarne gli eccessi, ma per dimostrare come non fossero i medesimi che uno sfogo irrefrenato della oltraggiata umanità, e le ultime conseguenze cui traggono il popolo le dispotiche voglie di tiranni governi, e la mala condotta degli uomini di stato. —

Scrisse poi una pregevole e bella memoria con tavola d’illustrazione sopra una ferrovia, che potrebbe stabilirsi dal Tirreno all’Adriatico per le valli del Tevere, Velino e Tronto, e ne dimostra i vantaggi grandissimi. —

Alessandro Calandrelli noi quindi lo vediamo nel campo politico valentissimo, nell’arte militare sapiente, della patria amante sincero, promotore di tutto quanto può condurre al prosperamento di Roma, al benessere della nazione, cultore delle scienze, scrittore stimatissimo di utili cose, di forte e nobile tempra, d’integro carattere, della vera religione sociale difenditore, di sensi gentili e cortesi, d’animo aperto, consigliere dottissimo, non ambire emolumenti, ma i consigli dei sapienti antichi seguendo svolgere tutta la sua operosità, tutto il suo ingegno ad onore di sè e della famiglia, e ad utilità e gloria della patria. —

Di Alessandro Calandrelli splendidamente parlarono e il Farini e il Ranalli, e il Miraglia, e il Gabussi e il Pianciani delle di lui virtù potremmo ancora più diffusamente parlare e di altri suoi celebri antenati discorrere, quali furono il sacerdote D. Giuseppe Calandrelli, che salì in grande celebrità di astronomo e fu nelle matematiche eccellente, il quale fè salvo il Museo Kircherkno nella prima invasione francese; — ed Ignazio Calandrelli che s’ebbe splendida fama di professore d’ottica e di astronomia e fu reggitore della Specola Romana; — ma noi crediamo conchiudere questa biografica memoria col presentare il Calandrelli siccome uno degli uomini più insigni e nella carica d’Ispettore edilizio, di che la Giunta volle meritamente onorarlo niun altro certo quanto egli e per il suo sapere e per la sua operosità, e per l’altezza de’ suoi consigli, potrà al maggior lustro di Roma concorrere e al municipale splendore.